7 cose che la figlia non amata desidera in età adulta

GLI EFFETTI DI UN’INFANZIA TOSSICA

POSSONO DURARE DECENNI

Sebbene ci siano differenze significative nella storia di ogni figlia non amata, ci sono anche molti punti in comune. Comprenderli e vedere il ruolo che ciascuno di essi svolge nella propria vita può essere il primo passo verso la guarigione. Alcuni di questi punti sono percepiti consapevolmente, ma nonostante ciò è impossibile, per molti anni, contestualizzarli e collegarli alle esperienze infantili. Peg Streep, l’autrice del libro “Daughter detox: recovering from an unloving mother and reclaming your life”, riporta che dalle sue ricerche degli ultimi 20 anni le donne cominciano a riconoscere come le loro esperienze infantili influenzino il loro presente solo dopo i 30 o 40 anni, o anche più tardi.

Per chi ha avuto un’infanzia difficile e si è sentita dominata da una madre controllante, combattiva o narcisista, l’inizio dell’età adulta porta con sé la sensazione di poter avere nuove opportunità, poiché crescendo sembra di poter uscire da questa situazione. Purtroppo la realtà è che il bagaglio emotivo degli anni passati le accompagnerà ancora per molto. Perché il processo di riconoscimento è così lento?

LE BARRIERE CHE IMPEDISCONO DI VEDERE CHIARAMENTE

  • Si normalizzano le esperienze infantili.
  • Si preferisce pensare che il passato sia passato e di essersene liberate.
  • Non si è pronte ad agire o reagire a come si è state trattate nella propria infanzia.
  • Si desidera essere come tutti gli altri e ci si vergogna della propria infanzia.
  • Si valuta la possibilità che il trattamento subito potesse essere giustificato, ci si addossa la colpa.
  • Più che altro si vorrebbe essere amate dalla propria madre e si spera che presto lo faccia.
  • La speranza e le smentite che si alternano tengono bloccate.

COME SI RAGGIUNGE LA CONSAPEVOLEZZA?

Le donne il più delle volte arrivano ad una presa di coscienza. A volte tutto diventa chiaro in terapia, ma di solito ci vanno per esplorare la loro infelicità attuale (relazioni fallite, difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi, e altri problemi subordinati), ed emerge la connessione con l’infanzia; detto questo, molte figlie hanno commentato di essere state in terapia per anni senza mai aver rintracciato i problemi del presente nelle loro radici.

Per alcune, i rapporti di cura in età adulta evidenziano la natura abusiva del loro trattamento infantile. Altre arrivano alla consapevolezza perché qualcuno glielo indica. Per alcune diventare madre fa brillare una luce.

Una figlia comincia a vedere solo quando è finalmente pronta a farlo, perché raggiunge un punto interiore di non ritorno.

LE COSE CHE LA FIGLIA NON AMATA DESIDERA IN ETA’ ADULTA

Non tutte le figlie non amate si sentiranno necessariamente deprivate. Ma ci sono buone probabilità che si senta così chi non è stata amata dalla propria madre durante l’infanzia, ma anzi è stata criticata, emarginata, sminuita o ignorata. Queste esperienze rimangono profondamente radicate e possono interferire nei propri progetti e successi attuali. Questo è il potere di queste prime esperienze che possono continuare ad influenzarci in modo irrazionale e controintuitivo.

  1. Un senso di appartenenza

Questo è forse l’effetto più comune e sfuggente: sentirsi come un’estranea, esclusa, con il naso premuto contro il vetro di un negozio a cui tutti gli altri sembrano avere accesso. Questo sentimento può coesistere in un matrimonio o una relazione stabile ed emotivamente premurosa, negli stretti legami con i propri figli e nella propria cerchia di amici. È come una sostanza che penetra e scolorisce tutte le cose belle della vita.

  1. Validazione dei propri pensieri e sentimenti

Fino a quando non è completamente guarita, la figlia non amata può provare insicurezze radicate rispetto alla validità dei propri pensieri e percezioni; molte figlie che sono state derise e manipolate dalle proprie madri o da altri membri della loro famiglia di origine hanno detto di essere troppo sensibili, di aver sbagliato loro. Hanno interiorizzato questi messaggi e si chiedono continuamente se la loro visione del mondo non sia distorta. Ciò potrebbe renderle vulnerabili alla manipolazione o al controllo nelle relazioni, ma faciliterà anche il loro silenzio in caso di tensione o disaccordo.

  1. Vera sicurezza di sé

Nonostante i propri successi, la figlia non amata può sentirsi come se stesse fingendo, che prima o poi la sua fortuna finirà e lei verrà scoperta. Questa situazione è abbastanza comune e si chiama “La sindrome dell’impostore”.

La sua ansia rispetto alle proprie prestazioni e la sua incapacità di rispondere adeguatamente alle tensioni o ai contrasti possono minare la fiducia in se stessa in ogni occasione. Può reagire in modo troppo esagerato o troppo blando sia intellettualmente che emotivamente ed è probabile che, quando le cose andranno male, diventerà autocritica.

  1. Equilibrio emotivo

La regolazione emotiva è uno dei maggiori deficit riscontrati con una madre che non è in sintonia con il suo bambino o ignora completamente i segnali di suo figlio; i bambini con stili di attaccamento insicuri non sanno come gestire le emozioni dolorose e finiscono per essere emotivamente travolti o bloccati dai loro sentimenti. Questa è la condizione emotiva in cui la figlia non amata si trova quando vive una situazione che induce stress o emozioni intense.

La buona notizia è che si può effettivamente imparare a nominare e regolare le proprie emozioni e non si è quindi condannate ad esserne travolte o a vivere dietro un muro emotivo.

  1. L’amore della propria madre

È difficile contrastare il potere di questa esigenza primitiva e programmata che non sembra avere una data di scadenza. Non è un desiderio razionale e può assolutamente coesistere con il fatto che la figlia tagli la madre fuori dalla propria vita o con la morte della madre stessa. Più la figlia si avvia alla guarigione, comincia ad amare se stessa e provare autocompassione, più piccola diventa la ferita nel suo cuore. Non scompare mai completamente, ma col passare del tempo la si può a malapena vedere.

  1. Dare un senso al passato (e disconnetterlo dal presente)

La maggior parte delle figlie ha difficoltà a possedere le proprie narrazioni dell’infanzia, in parte a causa della vergogna culturale nell’ammettere che la propria madre non le amava e in parte perché i miti della maternità – che le donne sono per natura accudenti e che tutte le madri amano i loro figli – rende difficile ottenere supporto. Tuttavia, comprendere il passato e il modo in cui ti ha forgiato è la chiave per andare avanti in un posto più sano, oltre a garantire che non si ripetano i modelli di comportamento appresi. Ci vuole tempo e fatica per collegare i punti e, all’inizio, l’esperienza può essere dolorosa, ma necessaria.

  1. Conferma di come è cambiata

Molte figlie non amate risentono del peso dell’infanzia e, tra tutte le cose che desiderano, c’è il vero riconoscimento di non essere più intrappolate nella propria stanza d’infanzia, dai vecchi modi di pensare e sentire. È normale sentirsi impazienti o scoraggiate, perché questo è un viaggio lungo con battute d’arresto e passi falsi, ma quando finalmente arriverà, sarà una rivelazione.

Guarire da un’infanzia tossica è un lavoro molto duro, ma arriverà il momento in cui ci sarà poco da desiderare ancora.

Tratto da: Psychology Today

TRADUZIONE DI:
PATRIZIA PAOLINI – Psicologia Milano

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