Stress da covid

Stress da pandemia e disturbi alimentari: un binomio pericoloso

La sera è il momento migliore per rilassarmi e concedermi qualcosa di buono

“Mi sento troppo stressata, adesso mi consolo mangiando quello che mi piace”

“Una fetta di torta è proprio quello che mi ci vuole per tirarmi un po’ su”

Ti è mai capitato di pronunciare una frase simile? O di cercare nel cibo quella consolazione o ricompensa alla tua stanchezza, allo stress o alla noia?

Magari non ci hai fatto troppo caso, ma potrebbe essere un’avvisaglia che qualcosa non va nella tua alimentazione. Un disequilibrio che potrebbe portarti a sviluppare un disturbo alimentare.

Queste infatti sono solo alcune delle frasi che sento ripetere dalle mie pazienti alle prese con un insieme di stati d’animo che stanno diventando sempre meno gestibili all’interno della propria quotidianità.

Sono frasi che indicano quanto l’abuso di cibo sia sempre più un modo per esprimere il proprio disagio. Lo stress viene sfogato nel mangiare.

Il cibo ha un valore non solo nutrizionale in quanto accompagna la nostra convivialità e i nostri momenti di festa, ma in questo momento rischia di essere utilizzato come valvola di sfogo rispetto ad una situazione generale e condivisa che sentiamo di non poter controllare. 

Il cibo rischia quindi di diventare l’unico piacere
che molte persone sentono di potersi permettere
e anche il più facile da raggiungere.

Ecco che allora per coloro che soffrono di disturbi alimentari si aggiunge lo “stress da Coronavirus” che, a più di un anno dalla pandemia, non accenna a diminuire, ma cambia solo di forma. Se prima l’emozione principale era la paura (per la propria vita, per l’incognita di un virus pericoloso e sconosciuto) adesso siamo travolti non solo dalla paura (per noi, i nostri cari e il nostro lavoro), ma anche dalla rabbia o da un’apatia più o meno grave che fa perdere la voglia di fare, la motivazione e azzera ogni obiettivo.

Il Covid e le conseguenti misure restrittive messe in atto per arginare il diffondersi del virus hanno avuto un grande impatto sulla salute sia fisica che mentale delle persone.

Da recentissime ricerche è emerso un aumento di disturbi d’ansia, depressione, abuso di sostanze e disturbi alimentari connessi alla pandemia e ancora non conosciamo gli effetti a lungo termine sulla salute mentale.

Per quanto riguarda i disturbi alimentari stiamo assistendo a comportamenti particolari come:

  • Aumento del consumo del cosiddetto “comfort food”
  • Diminuzione del proprio controllo sul cibo
  • Aumento di comportamenti restrittivi alternati ad alimentazione incontrollata

Che possono sfociare o aggravare le diagnosi di anoressia, bulimia o binge eating.

L’incidenza dei disturbi alimentari è cresciuta in maniera esponenziale ed è arrivata nel 2020 ad un aumento del 30% rispetto ai dati del 2019. All’inizio del 2021 i numeri risultano in ulteriore peggioramento.

Numeri che vengono purtroppo sottovalutati, mentre andrebbero riconosciuti come indice di una malattia specifica che merita di essere affrontata con percorsi psicologici adeguati.

Lo stress connesso alla nostra quotidiana battaglia contro le difficoltà personali, familiari e sociali connesse alla pandemia in atto, ha amplificato la portata di questi disturbi laddove già presenti e ne ha favorito l’insorgere nelle persone più predisposte.

Ciò suggerisce come una larga parte della popolazione sia suscettibile, in questo momento, ai cambiamenti nelle proprie abitudini alimentari e quanto sia necessario un supporto in questo senso.

Nella cura dei disturbi alimentari è fondamentale tenere conto degli aspetti psicologici alla base di questi disturbi, fare una valutazione personalizzata sia del problema alimentare che del contesto in cui si è sviluppato

Anche la tempestività è importante. Sperare che il problema possa risolversi spontaneamente rischia di esporre chi ne soffre a un graduale ma costante deterioramento della propria qualità di vita e della propria salute sia fisica che mentale.

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