Sono Patrizia Paolini, lavoro a Milano, faccio la psicologa e mi ritengo una donna fortunata e soddisfatta.Β
Ma non è sempre stato così.
Il destino ha voluto che iniziassi la mia carriera lavorativa in ambito piΓΉ matematico che umanistico.
Ma si sa che le passioni non soddisfatte sono come la brace che rimane accesa sotto la cenere: basta una scintilla per riaccendere la fiamma viva.
Avrei voluto studiare medicina e specializzarmi in psichiatria. Amo lβidea di poter avere un ruolo attivo nellβalleviare le sofferenze delle persone. Ma ho un limite: quello di non riuscire ad intervenire direttamente sui corpi di altri esseri umani tagliando, rimuovendo, suturando.
Come potevo quindi prendermi cura degli altri, promuovere in loro dei cambiamenti positivi in maniera efficace, ma non così invasiva?
Semplice: occupandomi delle sofferenze della mente invece che di quelle del corpo.
Ogni giorno accolgo i miei pazienti nel mio studioΒ a meno di 3 Km dai chiostri dellβUniversitΓ Cattolica di Milano che hanno fatto da cornice ai miei anni di formazione e hanno visto germogliare il mio interesse per la psicoterapia
Quando poi ho bisogno di rilassarmi o di riflettere mi dedico ad unβaltra mia grande passione: i mosaici. Inizio ogni nuovo progetto con un disegno appena abbozzato sul supporto, ma nella testa ho giΓ in mente lβimmagine finale che apparirΓ . Terminare un mosaico non Γ¨ un lavoro sbrigativo, ci vuole tempo e molta cura.
Ogni tessera deve essere modellata martellandola su un cuneo posto in un ceppo di legno.
Deve poi essere collocata in una precisa posizione, lβunica in grado di accoglierla per rendere il disegno finale armonico e coerente. Infatti, se utilizzassi tessere di un unico colore il disegno si distinguerebbe comunque dallo sfondo grazie alla precisione e allβordine con cui le devo posare.
Ogni paziente per me Γ¨ come un nuovo progetto a cui dedicare tempo e cura.

So che quando ci si sente frantumati, disorientati lβunico desiderio Γ¨ quello di rimettere ordine, trovare la giusta collocazione alle proprie tessere che ammucchiate in un angolo sembrano solo pietre pesanti, ma in realtΓ sono lΓ¬, pronte, in attesa di riprendere il proprio posto trasformandosi in un bellissimo disegno.